Cari amici, ieri sera, mentre ero nel letto a guardare il telefilm "La Squadra", puntata dedicata alla pedofilia, mi è venuto alla mente il dossier realizzato all' O.P.G. di Aversa, trasmesso su un canale televisivo, per ben due volte e di cui mi sfugge il nome.
Un dossier che ho visto ma che mi ha fatto anche piangere per ben due volte.
C'erano interviste strazianti. Una in particolare, di un signore che condannava la violenza minorile e a cui mancava la sua nipotina. Piangendo come un matto e guardando la telecamera sussurrava che i bambini non si toccano. I bambini sono la gioia di Dio.
Precisando che è un ospedale e non un carcere, come molti pensano, è una struttura che da sempre ha suscitato in me strane sensazioni.
Iniziando dal posto in cui si trova (la zona vecchia di Aversa) fino al fatto che il palazzo e la zona circostante, sembra una zona praticamente dimenticata da Dio.
Io non ho mai visto persone alle finestre. Non ho mai visto entrare nessuno, nè tantomeno uscirne.
Un ospedale fantasma.
Stamattina ho deciso di visitare il suo sito ed a parte essere interessante di suo, dal punto di vista storico ed informativo, mi sono imbattuta in due cose strabilianti.
Una negativa ed una positiva.
La negativa riguarda la coercizione, che a quanto ho capito per non essere filosofici e/o usare giustificazioni di carattere medico è una vera e propria tortura.
Queste che vi riporto sono solo alcune delle testimonianze dei "pazienti":
La coercizione è un luogo di riposo dove non ci si può muovere, li, danno da mangiare imboccandoti con il cucchiaio. I bisogni si fanno in un buco dove sotto c’è il secchio. La notte non passa mai, il bisogno più forte è quello di chiamare sempre l’acqua. Mi hanno coercito 53 volte in 13 anni. Uno dei motivi più gravi è che sputavo addosso alle guardie. Mi mettevano al letto la "FIORENTINA" che è una fascia che mettono per non far muovere il corpo. Si chiama così perché credo che la prima volta è stata messa a Firenze. Durante la coercizione viene la voglia di conversare e di fumare una sigaretta. Sono rimasto legato anche per 15 giorni e sentivo un forte dolore alle caviglie e ai polsi e al petto. La stanza è piccola, ci sono tre letti di contenzione e a volte sono tutti occupati. C’è chi bestemmia, chi grida, chi chiede di essere sciolto. Quando ti slegano ti senti male, ti senti tutto imbambolato, ti gira la testa. Ti fanno le docce d’acqua fredda e ti lavano con una scopa.
Mi hanno coercito il 14 novembre 1997, senza che io avessi fatto niente. Un mio compagno di stanza si inventò che lo avevo picchiato per ripicca, perché non gli davo le sigarette. Le guardie gli hanno creduto ed io senza sapere come e perché mi sono trovato legato al letto. Sono stato 24 ore legato, non potevo muovermi, non mangiavo, non bevevo. Sono stato un giorno intero senza bere un sorso d’acqua perché volevo essere sciolto. Mi hanno messo la "fiorentina", sentivo dolore ai polsi e alle caviglie. Quando si è coerciti si ha paura di impazzire perché SE NON TI SCIOLGONO MAI PIÙ TU PENSI: QUANTO TEMPO POTRÒ’ RESISTERE??
La coercizione è la cosa più umiliante che c’è. In un altro O.P.G. a Napoli dove sono stato i primi 19 mesi sono stato coercito circa 50 - 60 volte. La coercizione dovrebbe essere abolita qui ad Aversa sono stato coercito vale a dire legato 7-8 volte se non qualcosa di più. La coercizione è un abuso di potere. Quando ti slegano è il momento più bello della vita.
Sul letto di forza si sta male non ti puoi muovere è terribile. Una delle prime volte che sono stato legato uno schifo in senso igienico da parte mia è causata da una guardia che aveva fatto un abuso di potere le altre volte che venivo legato gli infermieri con gli agenti mentre mi legavano non offendevano sulla la mia igiene perché ero pulito è lo sono ancora adesso.
Dire che non ho parole è giustificabile? Mi credete? Io spero di si. Può darsi che in questo momento nemmeno voi avete parole per replicare.
A darmi una buona spinta di calore, è sicuramente la buona notizia di cui vi parlavo ovvero la pagina dedicata alle poesie di questa povera gente.
Permettetemi di dirlo con tutte le mie buone intenzioni.
Non che io mettessi in dubbio l'idea che anche queste persone potessero avere sentimenti... no...
Ma è la forza che riscontro in queste parole.
E' straordinaria.
Quella che ti fa stringere i denti anche quando ci sarebbe da prendere a calci in bocca.
Parlo degli abusi, delle violenze, della merda che può accadere lì dentro.
Io sono una debole a confronto.
Mi sarei sentita abbandonata già dopo qualche settimana e mettendoci una mano sul fuoco, credo che queste persone non sono lì dentro da settimane.
Nemmeno da mesi.
Ma da anni...
Nella notte stellata c’è un sole che splende.
Sei tu dolce creatura a farlo nascere e tenere nel mio
cuore una stella che brilla con il tuo nome !!
Loredana
A. L. G.
Amore mi hanno dato il 222 c.p.
dispone il ricovero del Torti Pompilio
in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario
per un periodo non inferiore ad anni due
ci rivedremo presto
a Agosto o a Natale oppure in primavera
così io ti porterò la primavera e cambieremo il suo
colore
Blek il tossicomane
Il Topolino
Entra pure in questa mia stanzetta scura, stai tranquillo, non aver paura ecco, bravo, mettiti pure in quell’angolino ma smettila di fare sempre ZI ZI ZI. Te lo chiedo per favore altrimenti non capisco nulla e devo spegnere il televisore. Ma non andare via, eccoti un bel pezzettino di formaggio. Rimani qui con me, tienimi compagnia, accidenti a me!!! Chi l’avrebbe mai pensato che avrei fatto amicizia con un tipo come te.
R. C.
TRE fiori rossi per un giorno di fata tre fiori rossi per un dono d’amore tre fiamme d’accendere insieme per bruciare la tristezza e riscaldare la felicità.
Blek il tossicomane
L’abitudine
L’abitudine è la più infame delle malattie perchè ci fa accettare qualsiasi disgrazia qualsiasi dolore qualsiasi morte per abitudine si vive accanto a persone odiose s’impara a portare le catene a subire ingiustizie a soffrire ci si rassegna al dolore alla solitudine a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perchè entra in noi lentamente silenziosamente cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo d’averla addosso ogni fibbra di noi s’è adeguata ogni gesto s’è condizionato non esiste più medicina che possa guarirci.
P. T.
E' primavera inoltrata adorna di profumati fiori, mammole e margherite colorano le vetuste erbe. Chissà perchè le margherite non hanno i petali tutti dello stesso numero?
Starò molto attento, ne sceglierò una, incomincerò, con amore, a dire m'ama non m'ama, con i petali contati, e quando inizierò la conta starò attento, davanti a lei, di finire con la parola m'ama.
L. P.
Ma allora lì dentro c'è qualcuno...
Facendo ulteriori ricerche, mi sono imbattuta su google nella pagina in cui si riporta completamente un' inchiesta all' O.P.G. di Aversa.
L'entrata dell'Ospedale psichiatrico giudiziario Filippo Saporito è un portoncino in vetro e acciaio. Sali le scale in marmo, suoni il campanello e si aprono le porte dell'inferno. La quiete ti assale. I giardini sono ben curati, i vialetti in ordine e puliti. La polizia penitenziaria è sorridente, le mura sono imbiancate, i gattini si leccano nelle aiuole. L'inferno è negli occhi degli internati. Occhi profondi, smarriti, che scrutano in cerca d'aiuto. Tutto quello che avevi immaginato fosse un Opg è spazzato via e l'impotenza penetra nelle ossa.La verità è più cinica: gli internati, quei soggetti considerati "pericolosi per se e per gli altri", in realtà sono persone "piccole e impaurite". Dita ingiallite per il troppo fumo. Rughe profonde, segnate dalle lancette del tempo ferme all'ora dell'internamento. Denti neri o rotti dal mondo che li ha esclusi, abbandonati, rinchiusi perché i rei folli fanno paura. Confusi, non tanto dalla malattia, quanto da una domanda, un tormento: "Che ci faccio io qui, non sono matto". [...]
Io direi di dargli uno sguardo. Poi parlano di prossima fine del mondo...
26 ott 2006
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