L'acero indossa una sciarpa più gaia, E la campagna una gonna scarlatta. Ed anch'io, per non essere antiquata, Mi metterò un gioiello.

-Emily Dickinson-

27 mar 2008

POST ALL'INSULINA

Cari amici miei, oggi vi voglio parlare di una goloseria che ahimè, mi dispiace per voi, è conosciuta da pochi. Sto parlando della Cajeta ( si legge cacheta, beh ridete pure hihi) ed è una deliziosa crema spalmabile messicana.
La cajeta nasce in Spagna e viene esportata in Messico nel lontano 1570, nella città di Celaya, dove fù denominata "la dolzura del fuerte" divenendo così il dolce tipico del paese. Questa crema che si presenta molto densa, quasi appiccicosa, e di colore bruno, ha un sapore particolare ma buonissimo questo perchè il suo principale ingrediente è il latte di capra. Si realizza con zucchero e bicarbonato di sodio (un pò come il mou) però acquista il sapore caratteristico solo grazie al latte di capra.
La prima ed unica volta che l'ho mangiata, è stata in Messico, precisamente servita in una crepe con noci di pecàn mentre ero al cinema nella città di Queretaro. Da allora, non l'ho più dimenticata. Questo perchè io sono una zucchero-schifezze-dolciumi dipendente.
Ovviamente non l'ho più vista (e mangiata *sgrunt!*) in vita mia ma spesso presa da voglie peccaminose e attimi di astinenza cercavo qualcosa che potesse eguagliare il suo sapore, tipo latte condensato e simili. Avevo anche dimenticato il suo nome, lo ammetto. Non so perchè ma la ricordavo con il nome di "leche quemado" (latte bruciato) ma pur avendo fatto ricerche sul web non ero mai riuscita a trovarla. Oggi però ho avuto l'illuminazione. Frequentando il portale di Yahoo Answers (si vede che sono molto impegnata a lavoro ehhhh), ho visitato il portale messicano e formulato la mia preziosa domanda: chi mi aiuta a capire cos'è il leche quemado? Dopo varie risposte finalmente un ragazzo mi ha chiesto se non stessi parlando della cajeta... Beh mi sono venute le lacrimucce agli occhi quasi per l'emozione!
Cercando sul web sono anche riuscita a risalire ad un rivenditore di prodotti messicani che la vende online!!!!!!!!!!!!
Signori miei, per non portarla a lungo, è venuto il momento di rifarmi per tutta l'attesa subita, gettandomi a capofitto con la testa fin dentro il barattolo. Se volete azzardare anche voi, vi lascio il sito, texmexfood.net .
Buona scorpacciata a me!!! ^_^
Se sparisco è per causa diabete.....

20 mar 2008

PASQUA, UNA STRAGE NEL GIORNO DI FESTA

Mercoledí 19.03.2008 17:13
Di Giuseppe Morello

Il titolo originale del film “Il silenzio degli innocenti” era The Silence of the Lambs, il silenzio degli agnelli, il perfetto sottotitolo della Pasqua italiana. Secondo l’Enpa infatti nel periodo pasquale gli ovini macellati sono circa 700mila, un picco di consumi che onestamente mette i brividi. Qui non si tratta di fare l’elogio della dieta vegetariana, perché ognuno mangia come vuole e non si può obbligare gli umani ad essere erbivori, però la notizia di questa carneficina pasquale dovrebbe per lo meno impressionarci e spingerci a riflettere sulle nostre abitudini.

La carne di agnello è buonissima, chi lo discute, ma ci sembra che non sia necessario obbedire tutti assieme a una tradizione che ha qualcosa di ferino e che rinvia a una dimensione arcaica dell’umanità, quella del sacrificio rituale, del sangue che purifica. Dubito che la Chiesa cattolica si risentirebbe se decidessimo di festeggiare il sacrificio dell’“agnello di Dio” senza l’agnello del contadino, e di certo non si tratterebbe di una trasgressione della lettera del Vecchio Testamento (liberazione degli ebrei dall’Egitto) o dei Vangeli (Gesù).
Abbiamo raggiunto un livello di civiltà che può permetterci di emanciparci da certi consumi che per altro hanno perso ogni significato simbolico e si riducono a un’ingorda “magnata” e basta. Proviamo a rallentare la mattanza pasquale, abbiamo superato tante tradizioni innocue, possiamo fare a meno di questa che è decisamente più cruenta di molte altre. Ci diciamo moderni, ma esserlo significa anche provare ad ascoltare i gemiti degli agnelli portati al silenzio dalla nostra voracità.
giuseppe.morello@affaritaliani.it

18 mar 2008

PORNO FOTO? MA BAFF....

Oggi sono stata da Lello, il tatuatore, e una volta entrata nello studio, mentre era a tatuare un ragazzo, mi guarda impietrito e mi fà : " ...e io lo sapevo! Lo sapevo che venivi proprio oggi!!", poi ammiccando verso il ragazzo cosa scopro? Che stava tatuando sulla scapola, la mia fenice, o meglio il disegno che ho tatuato sul braccio, fortunatamente, almeno quello, in colore nero e non rosso...
Pare che la ragazza del furbone abbia fatto una ricerca su google e sia saltato all'occhio proprio quel disegno dal mio blog... insomma una coincidenza assurda con un misto di sfiga. In tutta Italia chi doveva sgraffignarmi un tatuaggio? Un campano ovvio! E di Aversa pure! Poi si lamentano che ci chiamano mariuoli...
Ma che caxxo... vabbè... cmq cosa sono andata a fare dal tatuatore? Ma il mitico tatuaggio bianco no? Eravamo rimasti a quello l'ultima volta!
Vi avevo lasciato con una domanda/parere: lo facciamo in inglese o in italiano?
Ha stravinto l'inglese, e te pareva, e vi dirò sono soddisfattissima perchè pensavo che il bianco risultasse quasi invisibile, ma la qualità che ha usato lui è ottima quindi si vede e come!
Vi passo la foto! Ma stavolta la rinomino pornononna.jpg, così almeno spero che nessuno si azzardi a cercare una cosa del genere. Non per un tatuaggio almeno...
=(

4 mar 2008

CHE TRISTEZZA...!!!!!

E' straordinario quanto è possibile legarsi emotivamente e sentimentalmente ad un libro.
Sono ormai anni che leggevo, o meglio, divoravo libri di Harry Potter, ed è strano accorgermi di essere in lacrime, quando, venti minuti fà, ero a leggere gli ultimi due capitoli del settimo libro della saga. Ormai il mio mondo lo avevo creato, non dovevo più lavorare d'immaginazione. Grazie anche all'ausilio dei film, la mia mente scivolava nei corridoi del castello e nelle stradine della Foresta Proibita, velocemente, come se io stessa fossi presente. Di sicuro, chi mi leggerà, penserà che io sia stupida, ma Harry Potter, e tutti i suoi amici, mi accompagnano da troppi anni, così come ha accompagnato per tanti anni, altri milioni di persone, ed è difficile metterlo via.
La saga di Harry Potter, a mio modesto parere, è stata l'unica saga fantasy che non si è imposta al pubblico utilizzando scioccanti nomi strani di personaggi difficili da ricordare e vicende troppo contorte per essere seguite. E' tutto scritto lì, in linguaggio semplice, in modo sempre innovativo. Niente di noioso, niente di ripetitivo e molti colpi di scena. Niente cavalieri, principi e reami da conquistare. Niente solite guerre, soliti orchi e solite spade da conquistare. Niente fate bellissime e malvage e niente morti viventi.
Allo stesso tempo è estremamente sbagliato pensare che la saga di colui che è sopravvissuto all'anatema che uccide è dedicata ad un pubblico giovanissimo. Non voglio raccontare niente della storia di Harry. Sarebbe anche impossibile visto che si svincola in 7 lunghi libri. Non posso fare altro che consigliarvi di leggerlo. Magari anche solo il primo libro. Rimarrete così incantati che gli altri verranno da sè.
Per consolarmi, comunque, mia madre, assieme ad altri libri, per il mio compleanno mi ha regalato il libro di Herry Sotter... e la maledizione vegetale!!!
Lo leggerò e vi farò sapere! Ciao!