Le signore degli anelli
di Michèle Manceaux
Sono basse di statura. Camminano a piccoli passi, come se avessero le gambe bloccate dagli anelli che portano ai polpacci. Le mani si intravvedono appena, con i polsi sottili nascosti da un'infinità di bracciali d'argento. Ma è il lungo collo (25 centimetri), scintillante sotto il collare di cuoio, che cattura immediatamente l'attenzione. Le donne-giraffa vivono nei villaggi sulle sponde del lago Inle, famoso anche per i suoi pescatori che remano con un piede. Si possono incontrare al confine fra Thailandia e Birmania, là dove i tour operator offrono circuiti avventurosi. Uno strano safari. È come se, agli occhi dei turisti, queste "giraffe umane" rimpiazzassero gli animali selvaggi, ormai estinti. Ma com'è possibile che queste donne si prestino tanto facilmente a un simile sfruttamento? Ma, soprattutto, perché una donna diventa "giraffa", accettando di sottoporsi a un calvario che inizia nella più tenera età e toglie libertà di movimento? Basta, a ripagare di tanta sofferenza, la gioiosa consapevolezza di appartenere a una nobile minoranza? Già alla fine del secolo scorso alcuni etnologi inglesi sapevano dell'esistenza di queste donne. Le informazioni dell'epoca, però, sono discordi riguardo all'origine del collare, e ancora oggi mancano risposte certe. Secondo alcune fonti il collare costituiva una punizione per le adultere; secondo altre, serviva a proteggere le contadine dagli attacchi delle tigri assetate di sangue. Qualche studioso sostiene, invece, che gli uomini ricorressero agli anelli per rendere le proprie donne meno appetibili agli occhi di eventuali concorrenti. Oppure, al contrario, che le ornassero in questo modo per ostentare la propria ricchezza e ottenere così rispetto. [...]
Insomma ragazzi, i turisti accorrono al loro villaggio, giusto per vedere queste donne, e per fotografarle. Nemmeno se fossero animali in un safari...
Ma andiamo un po più a fondo: come funzionano questi anelli?
Si narra che i Nat, gli spiriti della tribù dei Karen, per punire gli insolenti quanto superficiali Padaung, aizzarono le tigri più feroci della foresta controre loro donne. Fu così che gli uomini vedendole morire una dopo l'altra, decisero di seguire i consigli di un vecchio saggio: forgiare dei grossi anelli d'oro con cui proteggere il collo, i polsi e le caviglie dai morsi dei felini. Da allora le donne - pur utilizzando un metallo meno prezioso - non abbandonarono più quell'usanza che si tramutò in simbolo di bellezza, seduzione e fedeltà. Da secoli il rito di iniziazione si ripete pressoché identico: all'età di 5 anni le bambine, che ovviamente non possono ancora scegliere autonomamente, vengono preparate per diventare delle donne giraffa. Durante una sorta di cerimonia che si svolge tra canti e danze, ad esse vengono applicate spirali di ottone alle braccia e alle caviglie e un collare di circa tre chili attorno al collo.
Ogni due anni viene aggiunto un anello. Per il peso delle spirali, non solo il collo inizia a deformarsi allungandosi fino a raggiungere un massimo di 25/30 cm, ma anche la cassa toracica tende ad abbassarsi. I movimenti del collo racchiuso in questa morsa di una decina di chili, sono molto limitati e per favorire la circolazione sanguigna è obbligatorio un massaggio quotidiano alle braccia e alle gambe. Una volta che i muscoli si sono completamente atrofizzati, il collo non è più in grado di sorreggere il peso della testa tanto che se il collare venisse tolto, le donne morirebbero soffocate poiché la testa, cadendo in avanti, bloccherebbe la respirazione.
Le spire d'ottone inoltre, per l'abbondante sudorazione provocata dall'umidità tropicale, possono causare infezioni e tumefazioni alla pelle. Nelle giornate di sole è obbligatorio arrotolare un asciugamano al collare per impedire che i raggi arroventino l'ottone. [...]
Io la vedo una cosa stupidissima, perchè mai ridursi ad avere un collo come il Brucaliffo di Alice...
7 nov 2006
LE DONNE GIRAFFA
Ieri scherzando con un amico, parlando di rotture di collo e collari conici come i cani, sono venuta a conoscenza di una curiosissima e direi inutilissima tradizione diffusa in una popolazione birmana, chiamata Padaung, che consiste nel far mettere a tutte le donne del villaggio, fin da bambine, particolari anelli che procurano lo stiramento del collo, che dopo tanti anni si trasforma in un vero collo da giraffa:
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7 commenti:
ciaooooooooouuuuuu!^^
grazie mille per il commento...
ho dovuto mettere un nuovo template perchè dada mi ha combinato chissà cosa...attendo pazientemente una loro risposta... -__-
Wow! Avevo sentito parlare di queste "donne-giraffa" ma ancora non avevo visto nessuna foto...certo, ogni paese ha la sua ma io personalmente concordo con te...
un salutone
annette(^__^)/
credete lo facciano per divertirsi??? forse anche le tradizioni si adattano alle esigenze di oggi, ed essere un "attrazione da circo" per turisti forse è finalizzata a racimolare quel pò di denaro...
Oggi essere una donna giraffa è considerata la migliore opportunità di lavoro attualmente a disposizione nello stato di Myanmar.
Laura
complimenti per questo bel sito le donne giraffa mi hanno attirato molto!!!! e stop facendo 1 ricerca su di loro spero andra bene ci sentiamo ciauuuuuuuu!!!!!!!!!!
Cio. A parte il fatto che ora usano la loro particolare tradizione per denaro...Ma perchè la società occidentale giudica stupido e inutile cio' che non capisce?? Tu come ti permetti di giudicare in questo modo?
Siamo quasi nel 2008 e tu invece ancora non hai capito che il Padreterno ci ha resi liberi di pensare e agire come vogliamo. Io sto giudicando le donne giraffa. Tu stai giudicando me.
Tirati la lingua.
a me sembra che "stupida" sia la società occidentale, in particolare molte persone con una visione strettamente eurocentrica che non sanno capire le tradizioni antichissime di popoli come questo.
secondo te cosa pensano loro di tutte le nostre donne e uomini che vanno sotto i ferri a farsi mettere silicone nelle tette o cambiare la struttura ossea del naso?quante persone muoiono o rischiano la vita per questo tipo di intervento?per queste donne è un onore, ed è una tradizione antichissima: se non hai un collo così non puoi sposarti, nè avere figli.
Sono appena tornata dalla Thailandia e durante viaggio, organizzato da Francorosso in collaborazione con TurimoAsia, ho avuto modo di andare a visitare il villaggio delle donne giraffa.
Non mi ero documentata sull'etnia e sulla sua storia e mi sono molto arrabbiata quando ho visto a cosa stavo inconsapevolmente collaborando.
L'orribile spettacolo a cui ho assistito è stato vedere un villaggio con una strada principale costituita da bancarelle con prodotti più o meno artigianali (alcuni erano sicuramente stati acquistati per essere rivenduti...come un paio di orecchini con la Tour Eiffel)invaso da turisti da tutto il mondo.
Le bancarelle erano tenute da donne e bambine con anelli al collo.
Mi chiedo come sia possibile che non sia considerato sfruttamento minorile che bambine dai 5 anni in poi siano costrette a tenere bancarelle e fare foto con gente che le guarda come guarderebbe delle scimmiette allo zoo. Gente che osa ridere e scherzare di quegli anelli, diventati semplice attrazione turistica e svuotati in quel contesto di ogni significato.
IL governo Thailandese non permette alla tribù di lavorare al di fuori dal villaggio quindi non si tratta di una scelta delle donne (e tantomeno delle bambine), quella di vivere come animali allo zoo, ma di una costrizone!
Io credo che sia scandaloso che sia incoraggiato un turismo di questo tipo e che si tratti di un caso di violazione dei diritti umani, soprattutto nei confronti delle bambine.
Invito chiunque vada in Thailandia a NON andare e a boicottare questo scempio.
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