L'acero indossa una sciarpa più gaia, E la campagna una gonna scarlatta. Ed anch'io, per non essere antiquata, Mi metterò un gioiello.

-Emily Dickinson-

20 mar 2008

PASQUA, UNA STRAGE NEL GIORNO DI FESTA

Mercoledí 19.03.2008 17:13
Di Giuseppe Morello

Il titolo originale del film “Il silenzio degli innocenti” era The Silence of the Lambs, il silenzio degli agnelli, il perfetto sottotitolo della Pasqua italiana. Secondo l’Enpa infatti nel periodo pasquale gli ovini macellati sono circa 700mila, un picco di consumi che onestamente mette i brividi. Qui non si tratta di fare l’elogio della dieta vegetariana, perché ognuno mangia come vuole e non si può obbligare gli umani ad essere erbivori, però la notizia di questa carneficina pasquale dovrebbe per lo meno impressionarci e spingerci a riflettere sulle nostre abitudini.

La carne di agnello è buonissima, chi lo discute, ma ci sembra che non sia necessario obbedire tutti assieme a una tradizione che ha qualcosa di ferino e che rinvia a una dimensione arcaica dell’umanità, quella del sacrificio rituale, del sangue che purifica. Dubito che la Chiesa cattolica si risentirebbe se decidessimo di festeggiare il sacrificio dell’“agnello di Dio” senza l’agnello del contadino, e di certo non si tratterebbe di una trasgressione della lettera del Vecchio Testamento (liberazione degli ebrei dall’Egitto) o dei Vangeli (Gesù).
Abbiamo raggiunto un livello di civiltà che può permetterci di emanciparci da certi consumi che per altro hanno perso ogni significato simbolico e si riducono a un’ingorda “magnata” e basta. Proviamo a rallentare la mattanza pasquale, abbiamo superato tante tradizioni innocue, possiamo fare a meno di questa che è decisamente più cruenta di molte altre. Ci diciamo moderni, ma esserlo significa anche provare ad ascoltare i gemiti degli agnelli portati al silenzio dalla nostra voracità.
giuseppe.morello@affaritaliani.it

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