L'acero indossa una sciarpa più gaia, E la campagna una gonna scarlatta. Ed anch'io, per non essere antiquata, Mi metterò un gioiello.

-Emily Dickinson-

9 mag 2009

SEI OBESO, TU NON SALI!

Spassosissimo articolo di Oscar Grazioli relativo ad una provvedimento deciso da Trenitalia, che entrerà in vigore a Ottobre, che non farà salire a bordo del treno cani e gatti che superano i sei chili.

Decisione più ottusa (eufemismo) non potevano prenderla. Se i dirigenti di Trenitalia si sono rifatti, come affermano, al modello spagnolo, nessun problema ad asserire che hanno preso il peggiore dell’Europa allargata. Attendo con ansia che al Colosseo e all’Arena di Verona si possano vedere le Corride.
Dal primo di ottobre dunque se avete un cane o un gatto che supera i 6 chili di peso, non potete viaggiare sui treni del Bel Paese. Se pesa meno di 6 chili obbligatorio il trasportino e un certificato veterinario, tanto per semplificare la vita a chi possiede cani e gatti. Faccio una rapida rivisitazione mnemonica delle razze canine e dei loro incroci e sono certo di non sbagliare se affermo che oltre il 90% dei cani italiani non potranno viaggiare sui treni. Un Cocker adulto pesa attorno al doppio della soglia limite e non mi pare sia proprio un gigante. Senza contare cani e gatti sovrappeso o francamente obesi: un Barboncino un po’ grassottello o uno Yorkshire con un disturbo della tiroide, posti sulla bilancia dal capotreno, si vergogneranno come clienti di peripatetiche da strada, scoperti a trattare il cum quibus. I pochi fortunati che potranno metter quattro piedi sul treno dovranno poi essere muniti di trasportino e certificato veterinario, rilasciato da meno di un mese, che attesti l’assenza di malattie parassitarie o trasmissibili. Gli extracomunitari clandestini con colera e tubercolosi possono viaggiare liberamente, e senza biglietto, urinando e sputando nei corridoi di seconda classe, tanto più sudici di così li hanno solo nei paesi di periferia del Sudan, presi a modello per i nostri convogli. Se queste sono le indicazioni date a Trenitalia dall’Istituto Superiore di Sanità, c’è da stare allegri sulle nostre istituzioni di medicina pubblica. Vediamola in pratica, questa genialata. Il padrone di un cane fortunato che pesa 4 kg. va dal veterinario trenta giorni prima di prendere il treno per la certificazione. Per certificare che l’animale non ha parassiti o malattie bisognerà pur visitarlo o ci accontentiamo di usare il famoso modello “all’italiana”? Visita, eventuali esami, certificazione, trasportino (omologato di certo)… Chi paga alla fine, il proprietario, Trenitalia, Pantaleone? O qualcuno pensa che i veterinari debbano fare tutto gratis, tanto generano prole che va ad aria anziché a pagnotte? E se dopo una settimana dalla visita il cane va a passeggio in un prato e si riempie di zecche o contrae la leptospirosi? Qualche genio mi dice a cosa è servito quel certificato? Non è che zecche e pulci ci mettano un mese ad accomodarsi. Basta un attimo. Ma soprattutto che c’azzecca il numero di zecche (scusate il bisticcio) con il peso? Sempre che di zecche e pulci si tratti, perché il problema dei treni riguarda spesso cimici e piattole e qui cani e gatti non c’entrano nulla. Mi viene un dubbio: che Trenitalia mandi a piedi i grassottelli perché si prende cura dei loro trigliceridi?

1 commenti:

costicols ha detto...

Pensassero a pulire i treni. Questi sono paliativi inutili e ridicoli, mettere una pezza non basta8soprattutto se non serve a niente questa furbata). Il problema sui treni è di igene in generale. La colpa non è di cani e gatti, ma di vagoni mai puliti per anni, anzi decenni.